Azioni di rimedio
Effettuata la misura, se il livello di radon supera
i valori raccomandati, si devono decidere le azioni di rimedio, in
relazione sia alla concentrazione in aria, sia all'esposizione di
persone.
Le domande da porsi sono di due tipi:
- da dove entra il radon? si può sigillare? si può ventilare?
- per quanto tempo il locale è occupato da persone? si può ridurre? si può destinare la stanza ad altro uso?
La risposta alla prima categoria di domande ha un grado di complessità estremamente variabile, come a dire, bisogna vedere caso per caso. In genere gli interventi che si possono fare (dopo aver accuratamente verificato quali sono le vie di ingresso) comprendono sigillature eseguite a regola d’arte, installazione di porte con guarnizioni a tenuta, impianti di ventilazione anche molto semplici, come piccole ventole, ma che in taluni casi possono essere complessi, con prese d’aria sotto le fondazioni e camini esterni.
Una volta eseguita l’azione di rimedio (che, per i luoghi di lavoro in cui sia stato superato il livello di riferimento, deve essere affidata a un esperto in risanamento da radon, come definito dall'art. 15 del D. Lgs. 101/2020), va ripetuta la misura annua per verificarne l’efficacia ed eventualmente intraprendere ulteriori misure di rimedio: dall’esperienza maturata in questi anni si stima che siano necessari da 2 a 4 anni per poter dire di aver bonificato in maniera soddisfacente.
Complementare o eventualmente alternativo alla bonifica vera e propria è l’intervento sui tempi di occupazione dell’ambiente contaminato da radon, in funzione della struttura dell’edificio e della sua funzione, lavorativa o abitativa.
Per quanto riguarda le abitazioni, una buona,
sana regola sempre valida è ventilare
frequentemente l’appartamento, anche
se non sempre è facile e, soprattutto, spesso non è risolutivo.
Cambiare spesso l’aria è un provvedimento che costa
poco ed è sempre più necessario nelle nostre case supersigillate
e piene di sostanze sospette, dai detersivi alle sostanze trattanti
dei mobili, dagli acari alle muffe: è vero che spesso l’aria
che entra è più cattiva di quella che vogliamo far
uscire, e di questo dobbiamo chiedere conto a chi progetta e amministra
le nostre città.
Ma è anche vero che comunque in casa
non c’è solo il radon, ma vi sono molti altri agenti
inquinanti, compresi i batteri che proliferano nei filtri degli impianti
di condizionamento dell’aria. La qualità dell’aria
che respiriamo, insomma, dipende anche, e molto, dai nostri stili
di vita: è sempre più evidente che affidarsi solo a
soluzioni di tipo tecnologico, come potrebbe essere un impianto di
condizionamento o di depurazione e filtrazione, spesso causa più problemi
di quanti ne risolva.